Autoanalisi passo dopo passo: l’arte di interpretare i sogni

 

Perché l’autoanalisi?

  • Lo scopo dell’autoanalisi è individuare le cause della sofferenza e le possibili soluzioni.
  • Il metodo utilizzato è quello delle libere associazioni.
  • Il materiale adatto allo scopo sono i sogni e le fantasie ad occhi aperti.

Sogni e fantasie ad occhi aperti: mezzi dell’inconscio per comunicare con la coscienza

  • Sogni e fantasie ad occhi aperti sono messaggi in codice che l’emisfero destro utilizza per comunicare con il sinistro.
  • Sono messaggi il cui contenuto riguarda non soltanto le paure e le angosce più profonde che si annidano dentro alla nostra mente, ma sono anche messaggi che contengono spesso alternative praticabili in relazione a problemi e scelte da effettuare.
  • I sogni sono risposte in codice ad eventi scatenanti. Pertanto costituiscono la più preziosa fonte di informazione circa i sintomi e circa le possibilità di guarigione del sognatore.

Autoanalisi: da dove cominciare?

Si inizia dalla sofferenza. Può essere un’esperienza sintomatica (ansia, depressione, emicrania, ecc.), un sentimento di disagio esistenziale (insoddisfazione, senso di vuoto), un problema coniugale, un problema lavorativo. La pratica quotidiana dell’autoanalisi richiede motivazione, onestà e atteggiamento non giudicante, ossia comprensivo e gentile nei propri confronti.

  • Il primo passo per poter intraprendere questo percorso è riconoscere che ci troviamo in una condizione di sofferenza psicologica o fisica. Ad esempio ci rendiamo conto che ci ritroviamo sempre nelle stesse situazioni relazionali dolorose, soffriamo sempre per gli stessi sintomi, ci giudichiamo sempre negli stessi modi negativi e così via.
  • Il secondo passo è ammettere la nostra impotenza a stare meglio utilizzando solamente il pensiero razionale.
  • Il terzo passo è volere stare meglio.
  • Il quarto passo è aprirsi con fiducia alla possibilità della guarigione.
  • Il quinto passo è avere fiducia che si possano individuare le cause profonde della propria sofferenza.
  • Il sesto passo è la gioia. Coltivare e sviluppare la gioia del lavoro di autoconoscenza.

Ostacoli all’autoanalisi

Principali ostacoli all’autoconoscenza sono:

  • le difese.
  • le resistenze.

Difese e resistenze sono stratagemmi che la mente utilizza per evitare nell’immediato la sofferenza. Tuttavia, nel medio lungo periodo, poiché sono finalizzate al mantenimento dello status quo, queste difese e resistenze finiscono con il perpetuare la situazione di sofferenza.

Le resistenze sono oggettivamente osservabili (difficoltà a trovare i venti minuti necessari al giorno, avversione al lavoro su se stessi, sonnolenza, noia, ecc.)

Le difese sono deducibili. L’indice più comune che ci si sta difendendo è incolpare gli altri o le cause esterne dei propri problemi. Le principali difese da tenere sotto osservazione sono:

  • la proiezione (attribuire ad altri contenuti che appartengono a se stessi).
  • la negazione (ad esempio, l’eccesso di ottimismo può essere una negazione).
  • la rimozione (ad esempio, non vedere ciò che è evidente a tutti).

Procedere all’autoanalisi alla luce della realtà delle resistenze e delle difese

  • Controllare l’ansia (ad esempio, rilassandosi per una decina di minuti prima di passare alle libere associazioni).
  • Evitare di arrivare a conclusioni affrettate (il lavoro dovrebbe durare almeno una mezz’ora).
  • Ritornare durante la giornata più volte al sogno e ai collegamenti che intuiamo dentro di noi. I sogni possono essere latori di più messaggi contemporaneamente per cui il lavoro potenzialmente può essere molto lungo e ricco.
  • Approcciate il lavoro con spirito autenticamente costruttivo. Ricordatevi che il sogno è sempre portatore di un messaggio positivo che il sistema di saggezza inconscio porta al sognatore.
  • Se mancano elementi o fantasie compensatorie è facile che il lavoro non sia svolto correttamente.
  • Lo scopo è quello di decodificare, comprendere, trovare soluzioni ma senza compassione e un minimo di ironia per noi stessi questo compito diventa quasi impossibile.
  • Il primo passo nella metodologia dell’autoanalisi consiste nel prender coscienza dei sintomi e nel lasciarli da parte per dedicarsi alla decodifica del linguaggio dei sogni.
  • Liberatevi dall’ansia di curarvi, coltivate un’indifferenza creativa, poiché identificazione, preoccupazione ed ansia di risolvere rapidamente i conflitti non sono amiche della ricerca.

Come lavorare con i sogni

  • Ricordare i sogni significa lasciarli entrare dentro di sé. Pertanto bisogna darsi il tempo di assimilarli.
  • I sogni lunghi sono difficilmente interpretabili. Se il sogno è lungo, cercate di spezzettarlo ed analizzarlo per segmenti.
  • Svegliatevi lentamente rimanendo un poco a letto. Ritornate al sogno e fate subito qualche libera associazione, lasciando che le  immagini evochino nuove immagini e nuovi scenari. Lasciate che la mente vi trasporti anche lontano dal luogo mentale originario del sogno.
  • In seguito, con molta calma, cercate di individuare due o più episodi avvenuti il giorno prima e che possono essere collegati al sogno.
  • Cercate di cogliere dei nessi fra le immagini e gli eventi della vita reale. Il sogno parla sempre di eventi attuali che rimandano ad elementi biografici più antichi che a loro volta rimandano a temi costitutivi o nuclei costitutivi della vostra vita psicologica.

Libere associazioni: elemento base del lavoro analitico

Fare libere associazioni significa chiedersi:

  • che cosa mi ricorda questo?
  • quale altra storia mi fa venire in mente?

Il lavoro è ad allargare: quanti più collegamenti creiamo, tante più possibilità abbiamo di intuire il significato. La mente deve poter viaggiare liberamente e noi dobbiamo essere disposti a seguirla.

Associate perciò alle immagini del sogno delle storie o altre immagini che vi vengono  liberamente. Quanto meno intenzionali sono le storie tanto meglio è.

In generale, tanto più vi tenete lontani da congetture, tentativi di spiegazione prematuri, intellettualizzazioni, generalizzazioni (del tipo “questo è un archetipo”), tanto meglio è.

Individuare i temi partendo dai contenuti

I temi del sogno rimandano spesso ad eventi realmente accaduti che attivano reazioni specifiche.

I temi possono riguardare, ad esempio:

  • preoccupazioni per persone care
  • preoccupazioni verso noi stessi
  • preoccupazioni verso la sessualità
  • idee che ci siamo fatti rispetto alla morte e al morire
  • ira che possiamo avere nei confronti di qualcuno.

Individuare i temi non sempre è semplice poiché questi ci vengono in forma mascherata da contenuti che seguono le leggi della metafora. Ad esempio: viaggiare in treno può alludere:

  • alla nascita (treno che viaggia in una galleria),
  • al viaggio della vita o alla fine di un periodo esistenziale (treno che arriva al capolinea),

ed anche a parecchie altre cose molto personali, alle quali abbiamo associato l’immagine treno. Nella mente inconscia quasi nulla è quello che sembra.

Conviene procedere passando dal livello descrittivo immediato (quello degli oggetti o contenuti del sogno) al livello successivo, che è quello dei temi e poi pervenire ai significati più profondi.

Ad esempio, nella favola di Hansel e Gretel (che possiamo analizzare come fosse un sogno, poiché anche le favole si esprimono nel linguaggio simbolico caro all’inconscio), abbiamo diversi oggetti che formano il contenuto della storia: i genitori poveri, la casa di zucchero, la strada nel bosco, la strega e l’orco, le briciole di pane, ecc.

Ad un secondo livello, attraverso la riflessione, possiamo individuare le tematiche presenti nella favola, che sono:

  • inadeguatezza (genitori poveri, bambini piccoli)
  • immaturità (genitori che abbandonano i piccoli nel bosco)
  • fame
  • tematiche delle risorse insufficienti (piccole molliche di pane che, lasciate come tracce per ritrovare la strada percorsa, vengono mangiate dagli uccelli).

Ad un terzo livello di analisi, possiamo individuare le conseguenze emozionali dell’impotenza e dell’inadeguatezza dei genitori:

  • angoscia dell’abbandono,
  • paura di morire di fame.

Proprio la paura della fame determina l’apparizione della casa di zucchero, dove i due bambini restano intrappolati in gabbia. L’inconscio ci avverte che i desideri orali non sono buoni consiglieri, poiché appannano la visione intuitiva e riducono la capacità di ragionamento.

La favola ci avverte anche che, per fortuna, possiamo utilizzare alcune qualità positive, ad esempio il tema dell’astuzia e del coraggio sono sempre presenti nella favola di Hansel e Gretel, così come sono presenti nelle favole (Pollicino o Jack e il fagiolo, per esempio) che raccontano di percorsi di sviluppo personale partendo da condizioni di impotenza e inadeguatezza.

I due ragazzi, infatti, pur trovandosi in condizioni a dir poco disperate, non si spaventano e, alla fine, Gretel riesce a convincere la strega, grazie ad uno stratagemma, ad infilare la testa nel forno già pronto per cucinare il povero Hansel e ad assestare un calcione che spingerà la megera nel forno, dove morirà bruciata. Alla fine, i bambini trovano anche un tesoro, che gli consentirà di ritornare dai genitori e di continuare a vivere con loro  ricchi e felici. Quando le prove vengono superate, la ricompensa è certa.

Intuizione profonda

Dopo aver liberamente associato, datevi il tempo di pervenire ad una intuizione profonda del significato del sogno.

L’intuizione sul significato del sogno è tecnicamente definita insight. Gli insight corrispondono al momento in cui perveniamo, improvvisamente, alla soluzione di un problema.

  • L’insight genuino non è semplice comprensione intellettuale ma prevede un momento di integrazione emozionale profondo.
  • Gli insight profondi nascono dal collegamento intuitivo tra elementi della riflessione associativa, cause scatenanti ed episodi attivatori. Le considerazioni generiche fatte sulle associazioni, pur avendo un qualche valore di chiarificazione, non costituiscono insight.

Ad esempio, sognare un fiume ingrossato e percepire genericamente un riferimento alle proprie pulsioni più profonde oppure sognare il mare e dirsi che è l’inconscio che si manifesta, non è di grande utilità. Bisogna andare in profondità, collegando i contenuti e i temi del sogno ad episodi personali specifici e poi approfondire ancora, immaginando un collegamento con significati più profondi che riguardano il resto della società, almeno di quella a noi più vicina, poiché noi non siamo esseri isolati e alcune indicazioni potrebbero riguardare anche persone a noi vicine.

Conclusioni

L’inconscio è immaginativo e creativo e si esprime in un linguaggio metaforico. La sua principale creatività consiste nella produzione di immagini in relazione con le vicissitudini esistenziali della persona.

Le immagini:

  • descrivono la condizione psicologica attuale della persona (conflitti, angosce profonde, sentimenti di inadeguatezza)
  • indicano alla persona di quali risorse psicologiche dispone per risolvere i suoi disagi esistenziali
  • sono fonte di potere a cui la persona, semplicemente accedendovi, può attingere.

Dott. Lucio Buonomo/ Psicologo-Psicoterapeuta

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