Psiche e soma:

oltre la concezione organicistica della malattia

Introduzione

I disturbi psicosomatici sono disfunzioni patologiche che si verificano a livello somatico e derivano soprattutto da processi psicologici. Per anni la medicina biologica, organicistica, ha trascurato il ruolo delle emozioni nella genesi delle patologie organiche. La valorizzazione dell’individuo come unità psicobiologica è avvenuta con lo studio delle interazioni fra individuo biologicamente predisposto e ambiente sociale esterno. Più precisamente: con lo studio delle varie forme di adattamento all’ambiente realizzate dagli individui.

Una tappa importante sono stati i diversi studi sullo stress e sul ruolo attivatore delle emozioni nell’insorgenza di patologie somatiche. Lo stress può essere definito come una reazione fisiologica naturale dell’organismo, finalizzata alla sopravvivenza, che solo quando si prolunga indefinitamente diviene causa di patologia organica.

Psiche e soma

Selye ha elaborato una definizione di stress quale risposta non specifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso. Questa reazione modifica lo stato di omeostasi (equilibrio) dell’organismo consentendogli di prepararsi ad affrontare le più diverse situazioni ed ha quindi un valore adattativo notevole.

Quando però la situazione di allarme provocata dagli agenti stressanti si prolunga innaturalmente nel tempo, può insorgere una patologia specifica. Le malattie per cui è stato individuato un fattore emozionale specifico sono molte, ed interessano numerosi distretti somatici.

In effetti, l’insorgere di una patologia somatica è un processo complesso e sono state elaborate molte teorie e modelli interpretativi del fenomeno psicosomatico:

  • modello psicodinamico

ipotizza che situazioni conflittuali inconsce possono essere attivate dall’ambiente esterno e produrre condizioni di ansia cronica. Per gli psicoanalisti, l’organo colpito ha un significato simbolico per il paziente. Attraverso la decodificazione del sintomo che avviene nell’interpretazione del significato simbolico e nell’analisi dei meccanismi di difesa utilizzati dall’individuo per fronteggiare il conflitto,  si attiva il processo di guarigione.

  • modello psicosociale

ipotizza che particolari condizioni di stimolazione psicosociale prolungata possono determinare la patologia. La risposta dell’individuo agli agenti sociali è estremamente specifica ed è determinata in parte dalle caratteristiche genetiche, in parte dalle prime esperienze infantili.

  • modello  integrativo

postula che la reazione emozionale dell’organismo a stimoli esterni e interni, non è mai solo biologica o comportamentale, ma si manifesta integrando le due modalità.

Benché sia ormai chiaro che fattori di personalità possono influenzare il decorso e l’insorgenza delle diverse malattie, molti autori hanno la tendenza ad allontanarsi dal tentativo di collegare particolari situazioni conflittuali o fattori di personalità a specifiche malattie.

Tuttavia, sembra ormai innegabile che alcune persone hanno la tendenza a reagire, a traumi emotivi, con disfunzioni fisiologiche. Altri ricercatori affermano che esiste una corrispondenza specifica tra determinate malattie e aspetti particolari della personalità.

Alexander ritiene infatti che, ad alcune costellazioni emotive inconsce, corrispondano determinate patologie; in particolare, la conflittualità fra bisogni di dipendenza e di autonomia si esprimerebbe in alcuni attraverso disturbi del sistema gastrico e respiratorio. Anche Engel arriva agli stessi risultati, esaminando pazienti affetti da cefalee muscolotensive che presentano dinamiche di dipendenza non risolte.

Proprio in considerazione della tendenza che questi pazienti dimostrano di reagire con il fisico a situazioni conflittuali inconsce specifiche è, a mio parere, preferibile parlare di paziente psicosomatico, anziché di malattia psicosomatica. Il colloquio con questi pazienti, da alcuni definiti regressivi, va impostato in maniera particolare e questo per diversi motivi.

Innanzitutto, il paziente chiede aiuto per un problema fisico e ritengo che siano necessarie delle nozioni specifiche e che il terapeuta si integri e collabori con il medico organicista, sia per le previsioni di sviluppo del caso sia per un eventuale sostegno farmacologico.

Va poi considerato che, quando il disturbo fisico non è che la manifestazione di un conflitto psicologico irrisolto, il terapeuta deve essere capace di decodificare il sintomo senza tuttavia utilizzare tecniche che, se usate prematuramente, possono provocare reazioni drammatiche del paziente (aumento dei sintomi-ritiro psicotico, etc.).

Durante il primo colloquio, il terapeuta dovrebbe essere capace di condurre l’intervista facendo parlare il paziente della sua condizione emotiva e delle sue difficoltà nell’affrontare l’ambiente, tanto da poter raccogliere i dati per poter elaborare un successivo programma terapeutico specifico, senza tuttavia provocare un aumento dell’angoscia del paziente.

A volte la sensazione di essere capiti e sostenuti dal terapeuta produce un effetto abreattivo. In tutti i casi, prima di rivelare ad un paziente psicosomatico che la causa dei suoi disturbi è psicologica, occorre aver stabilito un buon transfert.

Di seguito, alcune patologie per cui la diagnosi di psicosomatiche è molto probabile:

  • Asma bronchiale

Fin da tempi remoti è stato sospettato il ruolo di fattori emozionali nella determinazione della patologia asmatica. Tuttavia, i numerosi studi clinici e psicometrici effettuati non hanno consentito di individuare, allo stato, con assoluta certezza, alcun elemento psicogeno specifico. Appare fuori di dubbio che esista un rapporto fra emozioni e patologia asmatica, pur sfuggendo tale rapporto ad ogni inquadramento clinico coerente. Per quanto concerne il profilo di personalità del paziente asmatico, per la maggior parte degli studi effettuati in campo clinico, si tratterebbe di persone che non hanno mai risolto completamente i conflitti di dipendenza infantile. Appare centrale il rapporto con la propria madre, che ha agito in modo ambivalente, frustrando le richieste di dipendenza del bambino. L’attacco asmatico assumerebbe, dal punto di vista simbolico, il significato di una crisi di pianto repressa. Altre spiegazioni tendono a sottolineare come la frustrazione del bisogno di dipendenza da parte della madre, tenderebbe a provocare aperti scoppi di aggressività, con relativi sensi di colpa e peggioramento della patologia somatica. Altre caratteristiche della relazione madre/ bambino sarebbero l’iperprotezione e l’eccessiva preoccupazione ansiosa della madre. Fra gli eventi stressanti in grado di scatenare l’attacco asmatico sono da segnalare i vissuti di perdita e separazione.

  • Ulcera Peptica

Patologia che colpisce prevalentemente soggetti ambiziosi, perfezionisti, con elevato senso di responsabilità e competitivi. In queste persone, i bisogni di dipendenza sarebbero rimossi in favore di quelli di autonomia. I fattori stressanti provengono soprattutto dall’ambiente di lavoro e da quello familiare. Sarebbe infatti la frustrazione del bisogno di affetto (in famiglia) e del bisogno di emergere (in campo lavorativo) a provocare la conversione somatica. I pazienti con ulcera peptica, reagiscono alla frustrazione con atteggiamenti di sottomissione, determinando così il fenomeno di conversione somatica. Nei pazienti affetti da colite ulcerosa è stata rilevata invece una prevalenza di tratti depressivi e di tratti ossessivo compulsivi. Nella prima infanzia, la relazione madre/ figlio è stata caratterizzata da dipendenza e repressione dell’aggressività. Tra i fattori stressanti, le ricerche citano: lutto o perdita, assunzione di responsabilità, timore di deludere una figura chiave. Si tratterebbe di soggetti in cui la depressione tenderebbe a manifestarsi soprattutto a livello somatico.

  • Cardiopatia ischemica

Gli studi retrospettivi, quelli cioè che analizzano le personalità di soggetti colpiti da infarto del miocardio sopravvissuti ad esso, hanno consentito di individuare alcuni tratti di  personalità di pazienti: esigenza compulsiva di leadership; tendenza al controllo dei propri vissuti emozionali, in particolare dell’aggressività; ansia, depressione, scarsa fiducia che il mondo possa supplire al senso di solitudine fortemente sentito da questi soggetti; bisogno di contatto e riconoscimento sociale. Altre ricerche hanno evidenziato un profilo tipo del soggetto che  potrebbe incorrere in problemi cardiaci. Si tratterebbe di soggetti con tratti di competitività, lotta per il successo, massimo coinvolgimento per il lavoro, che vivono una situazione di tensione muscolare marcata. Per quanto concerne gli eventi stressanti di tipo ambientale, appare rilevante la capacità di reazione individuale o attraverso il controllo emozionale della situazione stressante o attraverso la propria capacità di cambiamento.

  • Ipertensione essenziale

Disturbo cardiovascolare per cui la pressione sanguigna risulta cronicamente elevata. Si tratta di un disturbo che nelle sue forme più gravi può causare distruzione dei reni ed emorragie cerebrali. Proprio i reni e le ghiandole surrenali hanno una parte nei meccanismi dell’ipertensione essenziale, in quanto liberano in condizioni di stress una sostanza che fa rialzare la pressione. Una teoria dell’ipertensione sostiene che le emozioni di rabbia non espresse sarebbero alla base della patologia. Al contrario, nella situazioni in cui è possibile ai soggetti esprimere liberamente la propria rabbia, la pressione ritorna velocemente ai valori normali.

  • Turbe reumatiche

Comprendono quelle malattie del sistema muscolo-scheletrico e dell’apparato locomotore. E’ noto che la stimolazione emozionale può produrre una elevazione del tono muscolare.  Quando la condizione diviene persistente nel tempo, può portare alla condizione di patologia reumatica. Una condizione di rigidità ed infiammazione della articolazioni è l’artrite reumatoide. Circostanze che possono provocare attacchi di artrite sono quelle situazioni emozionali che comprendono vissuti di separazione o perdita di persone care. Altri studi hanno rilevato come gran parte dei soggetti afflitti da turbe reumatiche siano cresciuti all’interno di famiglie iperprotettive, che hanno inibito le espressione emotive e in particolare l’aggressività.

Conclusioni

L’interesse per la psicosomatica è venuto crescendo in seguito alla crisi della concezione organicistica della medicina. La medicina che considera l’interdipendenza di fattori mentali, emozionali e fisici, integra superandole le concezioni più limitanti del modello biomedico. Invita a considerare le forze positive della persona e ad utilizzarle nel processo di guarigione per il ripristino delle  condizioni di equilibrio e di sviluppo che la malattia blocca.

Si tratta di un approccio alla malattia che responsabilizza il paziente con inviti a prendere consapevolezza della multicausalità della sua condizione. La medicina psicosomatica è democratica poiché presuppone l’interdipendenza di figure professionali diverse e in futuro, a mio parere, si porrà con sempre maggiore forza il problema di una integrazione del modello biomedico in un sistema sanitario più ampio.

Dott. Lucio Buonomo/ Psicologo-Psicoterapeuta

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