Tecniche di rilassamento: migliorare la qualità della vita usando il potere dell’immaginazione in modo creativo

Corso intensivo, fondamentalmente pratico, per imparare a rilassarsi, rigenerarsi, conoscersi, amarsi, per prevenire disturbi psicofisici, migliorare le proprie relazioni sociali e la qualità della propria vita.

Cos’è il rilassamento psicofisico?

E’ uno strumento di lavoro, un mezzo attraverso cui impariamo ad equilibrare i quattro livelli dell’essere umano (fisico, emozionale, mentale e spirituale) per mezzo di tecniche specifiche che comprendono l’utilizzo dell’immaginazione allo scopo di migliorare le nostre condizioni generali di salute, la qualità delle nostre relazioni sociali e più in generale la qualità della nostra vita.

 

Come si utilizzano queste tecniche?

Generalmente l’apprendimento e l’applicazione pratica di questo metodo non è complicata.
Si può apprendere a rilassare il proprio corpo utilizzando determinate tecniche di rilassamento psicofisico (training autogeno, tecniche di rilassamento progressivo di E. Jacobson, training compensato di Ainginger, tecniche di Ajuriaguerra). Portando la nostra attenzione ai vari distretti corporei, le aree cioè che compongono il nostro corpo (fronte, guance, torace, braccia, etc.), possiamo prima sensibilizzarci, entrare in contatto con eventuali tensioni e poi, utilizzando in modo combinato respirazione e immaginazione, possiamo imparare a lasciare andare via queste tensioni. Possiamo insomma imparare ad ottenere uno stato di calma e di benessere profondo.

 

In che modo funzionano queste tecniche?

Quando ci poniamo in una condizione di rilassamento totale si verificano alcuni fenomeni fisiologici oggettivi e facilmente misurabili:

  • rallentamento e regolarizzazione del ritmo cardiorespiratorio
  • riduzione del tono muscolare
  • vasodilatazione cutanea
  • senso di rilassamento e galleggiamento generale
  • miglioramento della memoria
  • aumento della creatività.

Dal punto di vista cerebrale, l’elettroencefalogramma rileva un’attività elettrica di tipo alfa (frequenza di 8-12 cicli al secondo con ampiezza di 50 microvolts) sulle regioni occipitali. Normalmente, nello stato di attenzione l’attività elettrica del cervello è caratterizzata da diversi tipi di tracciato. Quando però ci rilassiamo, l’attività rallenta e si sincronizza su questo ritmo di frequenza degli 8 Hz. A questo livello, l’emisfero destro e quello sinistro si integrano maggiormente e tutto l’organismo evolve verso una condizione di equilibrio, di armonia e di benessere. Induciamo cioè una reazione trofotropica caratterizzata da rilassamento del tono muscolare, diminuzione del dispendio energetico, rallentamento del ritmo cardiorespiratorio (in soggetti ipertesi è stata verificata una diminuzione della tensione arteriosa del 10-20%). Anche i movimenti dello stomaco si armonizzano. A livello biochimico è stata verificata una diminuzione del colesterolo e una tendenza alla normalizzazione della funzione tiroidea. Questo è l’esatto contrario della reazione ergotropica che caratterizza gli stati di allarme indotti dagli agenti stressanti.

Cos’è lo stress?

Lo stato di stress si manifesta quando l’organismo viene sottoposto ad una stimolazione: in questo senso è una reazione generale e normale. Quando si verifica un evento stressante, ad esempio un suono traumatico o l’assalto di un cane, l’organismo produce una reazione di allarme. La reazione di allarme è molto utile alla persona, si tratta di una reazione di adattamento, l’organismo si prepara all’attacco o alla fuga. Durante la reazione di allarme, l’organismo reagisce in maniera complessa sia dal punto di vista del comportamento sia dal punto di vista neurofisiologico e neuroendocrino. Quando l’emergenza cessa, l’organismo ritorna alle condizioni di adattamento ordinarie.


Lo stress è uno dei principali fattori di malattia?

Il vero dramma è che oggi siamo così totalmente bombardati da agenti stressanti dall’esterno e dall’interno che ci riesce difficile ritornare allo stato di funzionamento ottimale. La qualità della vita di una persona stressata non è certamente buona, aumentano enormemente i rischi di ammalarsi, però anche le relazioni sociali risultano spesso più complicate del necessario. Con gli esseri umani la questione però si complica: noi siamo gli unici animali che hanno trasformato il loro ambiente con la tecnologia e quindi che hanno introdotto nuovi e più raffinati agenti stressanti (automobili, fabbriche, etc.). In più, molto spesso per motivi sociali, non possiamo o non vogliamo agire le nostre emozioni e quindi siamo costretti nostro malgrado ad accumulare tensioni. L’impossibilità o l’incapacità ad agire o reagire le proprie emozioni determinano una situazione ansiogena continua. Le malattie per le quali è stato individuato un fattore emozionale specifico sono molte. In effetti, l’insorgere di una patologia somatica è un processo complesso e sono state elaborate parecchie teorie e modelli interpretativi del fenomeno psicosomatico. Le ricerche hanno messo in evidenza come gli organi più bersagliati dallo stress emozionale siano il sistema gastroenterico, il sistema cardiovascolare, il sistema respiratorio, la pelle, e anche come lo stress produca alterazioni della normale funzione sessuale: l’elenco sarebbe veramente molto lungo.

L’applicazione quotidiana di queste tecniche può aiutare contro lo stress?

Possiamo creare delle isole di pace quotidiane dove le leggi dello stress sono meno inesorabili, almeno inizialmente. Poi, a mano a mano che diventiamo più pratici con il lavoro, servendoci soprattutto del potere dell’immaginazione e del pensiero positivo, possiamo gradatamente imparare a creare un rapporto con noi stessi che ci consenta di conoscerci meglio e di reagire meglio, di modulare la nostra risposta personale agli eventi della vita.

 

Qual è il ruolo dell’immaginazione?

Si può imparare a lavorare con le proprie funzioni mentali utilizzando le capacità immaginative che ognuno possiede utilizzando metodiche di visualizzazione creativa come l’imagerie mentale di Galton, l’immagination active di Caslant, il sogno guidato da svegli di Desoille, il sogno da svegli di Arthus, il training autogeno nel secondo livello, per stabilire un contatto con la parte più profonda di noi stessi e per raggiungere alcuni obiettivi pratici.

 

Qualche esempio…

Parliamo della stima di se stessi. Quest’aspetto della personalità è stato molto studiato e negli ultimi venti anni le pubblicazioni scientifiche e l’interesse sono andate crescendo di pari passo. La stima di sé dipende da molti fattori. In generale, quando cresciamo sono importanti successi personali e incoraggiamenti. L’ambiente nel quale cresciamo è importante. Se l’ambiente è accettante e incoraggiante nei confronti delle esperienze, anche nei confronti dell’errore, se l’ambiente ci ama e c’incoraggia, allora è molto probabile che la nostra stima personale ne avrà grandi benefici. In tutti i casi comunque, anche in quelli meno dolorosi, ci saranno sempre delle aree di bassa stima di sé. Quando una persona si stima poco, in generale ha di se stessa un’immagine svalutata. Tende a vedersi piccola, brutta, etc. Questo modo di vedersi e percepirsi condiziona il modo di relazionare della persona. Sono troppo brutto per quella particolare ragazza, non posso aspirare a quel lavoro, io non ce la farò mai, etc. Sono frasi che abbiamo sentito e detto molte volte. Spesso non c’è una valutazione realistica alla base di questi pensieri ma solo l’insicurezza psicologica dovuta all’età. In tutti i casi, nessuno è così privo di qualità da non poter relazionare con altri esseri umani. Attraverso il potere dell’immaginazione creativa possiamo migliorare di molto l’immagine interna di noi stessi, possiamo imparare a contrastare le frasi negative che ci rimbombano nella mente, possiamo veramente imparare a migliorare le nostre relazioni sociali. L’immaginazione è un’attività che media tutta la vita. Ad esempio, se chi sta leggendo a questo punto immagina che io sia un millantatore è molto facile che getti il quadernetto alle ortiche per impiegare il suo tempo in un modo migliore. Effettivamente non è facile pensare che si possono cambiare le proprie relazioni solo sulla base di alcune fantasticherie interne. L’immaginazione è un processo molto complesso che investe tutti i livelli della persona. La mente non fa differenza tra realtà e fantasia. Questo fatto è particolarmente evidente quando sogniamo. Alcuni sogni producono in noi sensazioni fisiche così intense che tutto il nostro corpo ne viene coinvolto. Mentre stiamo sognando possiamo piangere, ridere, avere orgasmi, etc. Se immaginiamo ad occhi chiusi di addentare un limone, generalmente saliveremo. L’attore bravo, dicono, si cala nel personaggio: ma come fa? Dando forza alla sua immaginazione! L’attore bravo si crea insomma una rappresentazione interna del personaggio da interpretare e così diventa lui. Più è forte la sua rappresentazione interna, più è convincente e coinvolgente con il pubblico. Noi possiamo utilizzare la capacità immaginativa, ad esempio, per aiutarci a cambiare una scena fissa della nostra vita. Possiamo effettivamente immaginare che, se mi avvicinerò a quella ragazza, io sarò brillante, troverò le parole adatte e lei non mi rifiuterà. Possiamo immaginarci nel giorno dell’esame o del colloquio di lavoro fondamentale per la nostra vita, calmi, sereni, rilassati, mentre rispondiamo a tutte le domande con competenza e abilità. Gli esempi non mancano davvero. Non si tratta di magia: questo metodo lenisce effettivamente le ansie di prestazione e ci aiuta a relazionarci in modo sereno ed equilibrato in moltissime occasioni. Con il tempo e l’applicazione quotidiana possiamo sostituire uno schema mentale che ci vede perdenti con uno che ci vede vincenti.

 

L’immaginazione può aiutarci ad attivare le nostre energie positive?

Forza, coraggio, determinazione, generosità: sono tutti stati di animo positivi che possono essere attivati attraverso l’uso di simboli e metafore. Forte come una quercia, innocente come un bambino, determinato come l’acqua del mare che batte sullo scoglio, luminoso come un faro nella notte, sereno come il cielo a primavera e così via. Sono tutte immagini che ci aiutano ad entrare in contatto con stati di animo particolari. Provate a chiudere gli occhi e per un paio di minuti ad immaginare di essere un seme piantato nella terra dalle mani di una bambina. Immaginate che il seme cominci a schiudersi e a mettere deboli radici, provate ad immaginare che stia diventando una pianticella e che cresca diventando un albero, provate ad identificarvi con i rami e le foglie, provate a sentire il suono del vento che attraversa le foglie e provate a sentire la linfa che scorre nel tronco. Quali sono le vostre sensazioni e le vostre emozioni?

Cos’è il corso intensivo?

Il corso è una esperienza di vita. Al di là delle tecniche che utilizzo e delle spiegazioni che fornisco, il processo del trascorrere alcune ore insieme ad altre persone che condividono la tua stessa esperienza può essere molto più eccitante e molto più formativo del contenuto dell’intero corso. Provare per credere.

Informazioni

(+39) 3333516707
buonomoluciov@gmail.com

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